Pubblicato il Aprile 18, 2024

La soluzione al cambio di stagione non è semplicemente cambiare crema, ma correggere gli errori di processo invisibili nella tua routine attuale.

  • L’efficacia degli attivi dipende dall’ordine di applicazione (dal più acquoso al più oleoso) per evitare l’effetto “pilling”.
  • La doppia detersione serale è un passaggio tecnico non negoziabile per rimuovere i filtri solari e prevenire l’occlusione dei pori.
  • La protezione solare è fondamentale anche in casa o in ufficio, poiché i raggi UVA, responsabili dell’invecchiamento, attraversano i vetri.

Raccomandazione: Adotta un approccio basato sui processi e sulla resilienza cutanea, non solo sulla sostituzione dei prodotti, per guidare la tua pelle attraverso la transizione stagionale senza traumi.

Il tuo siero preferito sembra aver perso efficacia? La pelle, un tempo equilibrata, ora si presenta secca in alcune zone e impura in altre? Non sei sola. Con l’arrivo dell’autunno o della primavera, molte donne notano che la loro consolidata skincare routine smette improvvisamente di funzionare. L’istinto primario è quello di correre ai ripari comprando una nuova crema, spesso più ricca o con una promessa diversa. Ma questo è un approccio reattivo, non strategico.

Dal punto di vista dermatologico, il problema raramente risiede nel singolo prodotto, quanto nel sistema con cui viene utilizzato. La pelle è un organo dinamico che risponde a stimoli esterni come umidità, temperatura e ore di luce. Continuare con le stesse abitudini significa ignorare queste variabili, portando inevitabilmente a stress cutaneo, sfoghi e a quella fastidiosa sensazione di “pelle che tira”. La vera chiave non sta nel trovare un prodotto miracoloso, ma nel ripensare i processi fondamentali della propria routine. L’efficacia non si misura in “più prodotti”, ma in “migliore interazione” tra di essi.

Questo articolo non ti proporrà l’ennesima lista di creme da acquistare. Invece, agiremo come un cosmetologo esperto per analizzare e ottimizzare i meccanismi della tua skincare. Ti guideremo attraverso la comprensione degli attivi giusti per la tua sensibilità, l’importanza critica della protezione solare indoor, la sequenza di applicazione corretta per massimizzare l’assorbimento e le tecniche di detersione e trucco che fanno la differenza su una pelle che cambia. L’obiettivo è darti gli strumenti per costruire una pelle resiliente, capace di adattarsi con equilibrio a ogni cambio di stagione.

Per navigare con facilità tra questi consigli strategici, ecco una mappa degli argomenti che affronteremo. Ogni sezione è pensata per risolvere un problema specifico che potresti incontrare durante la transizione stagionale, fornendoti protocolli chiari e motivazioni scientifiche.

BHA o AHA: quale acido usare per i punti neri senza irritare la pelle sensibile?

Il cambio di stagione spesso coincide con un aumento di imperfezioni, come i punti neri, dovuto all’alterazione nella produzione di sebo. L’istinto è di ricorrere ad acidi esfolianti potenti come gli AHA (es. acido glicolico) o i BHA (acido salicilico). Tuttavia, su una pelle già stressata e potenzialmente sensibile, questi possono causare irritazione e secchezza. La soluzione dermatologica più moderna risiede in una terza via: i poli-idrossiacidi (PHA). Come sottolineano gli esperti di K-ippun Haru nella loro analisi sugli acidi esfolianti:

Per le pelli sensibili, come la rosacea o l’eczema, i PHA sono utili perché hanno strutture molecolari più grandi rispetto agli AHA.

– Esperti di K-ippun Haru, Analisi sugli acidi esfolianti nella skincare

Questa differenza strutturale non è un dettaglio tecnico fine a se stesso. Le ricerche dermatologiche dimostrano che le molecole dei PHA sono più grandi rispetto agli AHA, il che significa che penetrano nella pelle più lentamente e in modo meno profondo. Questo si traduce in un’esfoliazione efficace ma estremamente più delicata, che rimuove le cellule morte superficiali e libera i pori senza compromettere la barriera cutanea. Attivi come il gluconolattone o l’acido lattobionico sono ideali per introdurre o mantenere l’esfoliazione durante i periodi di transizione.

Per integrare i PHA in sicurezza, è consigliabile seguire un protocollo di “skin cycling” adattato:

  • Prima settimana: Inizia testando un prodotto a base di PHA (es. un tonico o siero al gluconolattone) una sola sera per valutare la tolleranza.
  • Seconda settimana: Passa a un’applicazione a sere alterne, dedicando le sere di “riposo” a prodotti ultra-idratanti e lenitivi a base di ceramidi e acido ialuronico.
  • Terza settimana: Se la pelle risponde bene, puoi aumentare a 2-3 sere di esfoliazione a settimana, sempre non consecutive.
  • Quarta settimana: Mantieni un ritmo sostenibile che alterni esfoliazione e nutrizione, ascoltando le esigenze della tua pelle.

Perché mettere la crema solare anche in ufficio d’inverno se stai vicino alla finestra?

Uno degli errori più comuni, e dannosi, nella skincare invernale è relegare la protezione solare solo alle giornate di sole o alle vacanze. Si pensa erroneamente che dietro una finestra, in ufficio o a casa, si sia completamente schermati. La realtà scientifica è ben diversa e riguarda la distinzione tra raggi UVB e UVA. I raggi UVB, responsabili delle scottature, sono in gran parte bloccati dai vetri. I raggi UVA, invece, sono molto più insidiosi: sono presenti con la stessa intensità tutto l’anno, attraversano le nuvole e, soprattutto, i vetri delle finestre.

Questi raggi penetrano in profondità nel derma, dove danneggiano le fibre di collagene ed elastina, causando il cosiddetto photoaging o invecchiamento cutaneo precoce: rughe, perdita di tono e macchie. Non è un caso che gli studi sulla protezione UV dimostrino che quasi il 95% dei raggi UV che raggiungono la terra sono UVA. Ignorare questo dato significa esporre quotidianamente la propria pelle a un fattore di invecchiamento primario, anche stando seduti alla scrivania.

Il contesto italiano aggiunge un ulteriore livello di rischio, come evidenziato da specifiche analisi sull’esposizione indoor. Nelle città italiane più inquinate, le polveri sottili (PM2.5) possono interagire con le radiazioni solari, impedendone la dispersione e creando un “effetto campana” che intensifica l’esposizione agli UVA anche negli ambienti interni. Proteggere la pelle con un SPF ad ampio spettro (che copra sia UVA che UVB) ogni singolo giorno, indipendentemente dal meteo o dal fatto di trovarsi al chiuso, non è un’opzione ma una necessità dermatologica per preservare il capitale di giovinezza della pelle.

Siero, olio, crema: qual è l’ordine corretto per non far “sfaldare” il trucco (pilling)?

Hai mai applicato la tua sequenza di prodotti per poi vedere, stendendo il fondotinta, la formazione di fastidiosi “pallini” o grumi? Questo fenomeno, noto come pilling, è il segnale che i prodotti non stanno interagendo correttamente tra loro e, di conseguenza, non vengono assorbiti dalla pelle. La causa principale è quasi sempre un errore nell’ordine di applicazione, basato sulla texture e sulla composizione dei prodotti. La regola d’oro, facile da memorizzare, è procedere dal più leggero al più pesante, o più tecnicamente, dal prodotto a base acquosa a quello a base oleosa.

L’acqua e l’olio, per loro natura, si respingono. Applicare una crema ricca (oleosa) prima di un siero a base di acido ialuronico o Vitamina C (acquoso) crea una barriera che impedisce al siero di penetrare, facendolo “sfaldare” in superficie. L’ordine corretto massimizza l’assorbimento e l’efficacia di ogni singolo step.

Dimostrazione visiva dell'ordine di applicazione dei prodotti skincare dalla texture più liquida a quella più cremosa

Per evitare il pilling e garantire che ogni prodotto lavori al meglio, segui questa sequenza strategica:

  • Prodotti a base acquosa per primi: Inizia sempre con essenze, lozioni e sieri (come quelli alla Vitamina C, niacinamide o acido ialuronico). La loro consistenza liquida permette una penetrazione rapida e profonda.
  • Attendi tra uno strato e l’altro: Concedi alla pelle 30-60 secondi per assorbire ogni prodotto prima di applicare il successivo. Questo piccolo gesto riduce drasticamente il rischio di pilling.
  • Prodotti a base oleosa per ultimi: Sigilla l’idratazione con creme, oli e balsami. La loro struttura più ricca crea uno strato protettivo che trattiene l’umidità dei prodotti acquosi applicati in precedenza.
  • Tecnica di applicazione: Invece di sfregare vigorosamente, adotta la tecnica del “pressing”, picchiettando delicatamente i prodotti sulla pelle. Questo favorisce l’assorbimento senza creare attrito.

L’errore di non fare la doppia detersione che lascia i pori ostruiti dal filtro solare

Applichi diligentemente la protezione solare ogni mattina (anche in ufficio, come abbiamo visto), ma la sera ti limiti a un rapido lavaggio con un detergente schiumogeno. Questo è uno degli errori procedurali più diffusi e la causa principale di pori ostruiti, punti neri e una pelle che appare spenta nonostante le cure. I moderni filtri solari, specialmente quelli resistenti all’acqua e a lunga durata, sono formulati per aderire tenacemente alla pelle. Un semplice detergente a base d’acqua non è in grado di scioglierli completamente, lasciando residui che, mescolati a sebo e inquinamento, occludono i pori.

Qui entra in gioco la doppia detersione, un protocollo tecnico in due fasi che non è un lusso, ma una necessità funzionale. Il principio chimico alla base è semplice ed efficace: “il simile scioglie il simile”. Solo una sostanza oleosa può dissolvere efficacemente altre sostanze oleose o liposolubili, come i filtri SPF, il sebo e il trucco waterproof. Per questo motivo, il primo passaggio della doppia detersione deve sempre essere un detergente a base oleosa (olio, balsamo o latte detergente ricco).

Questo primo step “aggancia” e scioglie tutte le impurità liposolubili senza aggredire la barriera cutanea, cosa particolarmente importante durante il cambio di stagione quando la pelle è più vulnerabile. Il secondo passaggio, con un detergente delicato a base acquosa (gel o mousse), rimuove i residui del primo detergente e le impurità idrosolubili come sudore e polvere. Secondo le linee guida dermatologiche, i filtri solari moderni waterproof necessitano di un detergente oleoso per essere rimossi in modo completo e non traumatico. Saltare questo protocollo significa vanificare gli sforzi della propria skincare, lavorando su una “tela” non perfettamente pulita.

Quando iniziare a trattare collo e décolleté per evitare che rivelino l’età prima del viso?

Non si inizia a una specifica età anagrafica, ma quando cambiano le abitudini. Il ‘tech neck’ causa invecchiamento precoce del collo a tutte le età.

– Dermatologi italiani, Studi sull’invecchiamento cutaneo digitale

Questa affermazione di esperti dermatologi italiani sfata un mito comune: la cura di collo e décolleté non è una preoccupazione che inizia a 40 o 50 anni. La pelle in queste zone è strutturalmente più sottile, con meno ghiandole sebacee e quindi più incline alla secchezza e alla perdita di elasticità. A questo si aggiunge un fattore moderno: il “tech neck”, ovvero le rughe orizzontali e la lassità cutanea causate dalla postura costantemente china su smartphone e laptop. Questo fenomeno ha abbassato drasticamente l’età in cui i primi segni diventano visibili.

La strategia corretta non è aspettare di vedere il problema, ma prevenirlo integrando collo e décolleté nella routine viso quotidiana. Non servono prodotti specifici costosi; nella maggior parte dei casi, è sufficiente estendere l’applicazione dei prodotti che già si usano per il viso. Un’eccezione può essere fatta per i trattamenti più intensivi. L’inverno, ad esempio, con la minore esposizione solare, è il momento ideale per introdurre con cautela retinoidi a bassa concentrazione anche su queste zone, per stimolare il turnover cellulare e la produzione di collagene.

Per estendere correttamente la tua skincare a queste aree delicate, segui questi passaggi:

  • Estendi ogni prodotto: Dal detergente al siero, dalla crema idratante alla protezione solare, applica ogni singolo prodotto anche su collo e décolleté.
  • Movimenti ascendenti: Quando applichi i prodotti, usa movimenti delicati dal basso verso l’alto, dal centro del décolleté verso il mento, per contrastare la forza di gravità.
  • SPF non negoziabile: Queste zone sono costantemente esposte ai raggi UV. L’applicazione quotidiana dell’SPF è il gesto anti-età più importante.
  • Attenzione ai tessuti: D’inverno, tessuti sintetici o lane ruvide a diretto contatto con la pelle del collo possono causare irritazione. Privilegia sciarpe e colli in tessuti naturali e morbidi come il cachemire o il cotone.

Quando bere acqua per distinguere la fame vera dalla disidratazione e mangiare meno?

Durante il cambio di stagione, il nostro corpo è sottoposto a uno stress adattivo che può confondere i segnali interni. Uno degli scambi più comuni avviene nell’ipotalamo, la parte del cervello che regola sia la sete che la fame. I segnali per entrambi sono molto simili, e spesso il nostro cervello interpreta un inizio di disidratazione come un bisogno di cibo. Questo porta a mangiare più del necessario, quando in realtà il corpo stava semplicemente chiedendo liquidi. Imparare a distinguere questi segnali è una strategia chiave non solo per il controllo del peso, ma anche per la salute della pelle.

Una pelle disidratata non è necessariamente una pelle secca. La pelle secca è un tipo di pelle a cui mancano lipidi (grassi), mentre la pelle disidratata è una condizione temporanea a cui manca acqua, e può colpire qualsiasi tipo di pelle, anche quella grassa. Si manifesta con una sensazione di “pelle che tira”, piccole linee sottili di disidratazione e un aspetto spento. L’idratazione interna è la prima linea di difesa. La regola è semplice: quando senti un vago senso di fame fuori pasto, bevi prima un bicchiere d’acqua. Attendi 15-20 minuti. Se la sensazione di fame scompare, era sete. Se persiste, è fame vera.

In autunno e in inverno, l’idea di bere acqua fredda può essere meno invitante. Questo non deve essere una scusa per bere di meno. Sfrutta il potere delle bevande calde per mantenerti idratata durante la giornata.

Tisane e bevande calde per l'idratazione invernale della pelle

Tisane non zuccherate, infusi di erbe o semplicemente acqua calda con una fetta di limone sono alternative eccellenti che contribuiscono al tuo apporto idrico giornaliero, con il beneficio aggiunto di un effetto confortante e riscaldante. Mantenere un’idratazione costante dall’interno è il fondamento per una pelle elastica, luminosa e resiliente al cambio di stagione.

Perché il correttore va nelle pieghe dopo un’ora e come fissarlo su una pelle matura?

Il contorno occhi è una delle prime aree a mostrare i segni del tempo e della stanchezza. La pelle è estremamente sottile e in continuo movimento, rendendo quasi inevitabile che il correttore, dopo qualche ora, si accumuli nelle linee d’espressione, accentuandole invece di mimetizzarle. Su una pelle matura o secca, questo problema è amplificato dalla naturale carenza di idratazione. L’errore comune è cercare di risolvere il problema applicando più cipria, ma questo non fa che seccare ulteriormente la zona, peggiorando l’effetto “crepato”.

La soluzione risiede in una tecnica di preparazione e applicazione avanzata, che potremmo definire “sandwich”, che crea la base perfetta e fissa il prodotto senza disidratare. È un protocollo che bilancia idratazione e makeup, garantendo una tenuta impeccabile e un aspetto levigato per ore. Invece di combattere le pieghe con prodotti opacizzanti, le “riempiamo” con l’idratazione, rendendo la superficie più liscia e meno incline a “catturare” il pigmento.

Per applicare questa tecnica e dire addio al correttore che migra, è fondamentale seguire un piano d’azione preciso che combina skincare e makeup in modo strategico.

Piano d’azione: la tecnica ‘sandwich’ anti-pieghe

  1. Primo strato (Skincare): Applica un siero contorno occhi leggero e idratante a base di acido ialuronico. Picchiettalo delicatamente e attendi almeno 60 secondi affinché si assorba completamente, creando una base rimpolpata.
  2. Secondo strato (Makeup): Stendi una piccola quantità di correttore, preferibilmente liquido ed elastico. Usa le dita o una spugnetta umida per picchiettarlo sulla pelle, concentrandoti sull’angolo interno e sulla zona d’ombra, senza eccedere.
  3. Terzo strato (Fissaggio idratante): Questo è il passaggio chiave. Preleva una quantità minuscola di crema contorno occhi (non il siero, ma una crema leggermente più corposa) e pressala delicatamente sopra il correttore. Questo “sigilla” il makeup con uno strato di idratazione, mantenendolo flessibile.
  4. Cipria (opzionale e minima): Se hai bisogno di fissare ulteriormente, usa una quantità minima di cipria in polvere libera e molto sottile, applicandola solo dove strettamente necessario con un pennello piccolo e morbido. Evita assolutamente il “baking”.
  5. Tocco finale: Concludi vaporizzando uno spray fissante idratante da lontano. Questo rinfrescherà il makeup e darà un finish naturale e luminoso.

Da ricordare

  • La resilienza della pelle al cambio di stagione dipende più dai processi corretti (sequenza, detersione) che dal semplice cambio di prodotti.
  • La protezione UVA è un gesto anti-età quotidiano, fondamentale anche in interni, poiché questi raggi attraversano i vetri e causano photoaging.
  • La doppia detersione serale con un prodotto oleoso è un passaggio tecnico obbligatorio per rimuovere efficacemente i filtri solari e prevenire i pori ostruiti.

Come realizzare un trucco “no-makeup” in 5 minuti perfetto per le videochiamate di lavoro?

Le statistiche mostrano che lo smart working è una realtà consolidata in Italia, e con esso la proliferazione delle videochiamate. In questo contesto, l’esigenza non è un trucco elaborato, ma un look fresco, curato e professionale che si possa realizzare in pochi minuti prima di una riunione online. Il cosiddetto trucco “no-makeup” è la soluzione ideale: non mira a trasformare, ma a ottimizzare, correggendo piccole discromie, ravvivando l’incarnato e definendo lo sguardo in modo quasi impercettibile. L’obiettivo è apparire riposati e “messi insieme”, anche se ci si è svegliati da poco.

La chiave di questo look è la strategia: pochi prodotti multifunzione applicati solo dove serve. Le videocamere tendono ad appiattire i volumi e a ingrigire i colori; quindi, l’enfasi sarà sul restituire tridimensionalità e calore al viso in modo naturale. Si tratta di un approccio minimalista ma estremamente efficace, perfetto per chi non ama un trucco pesante o non ha tempo da dedicare a una routine complessa.

Ecco una routine “no-makeup” in 3 step fondamentali, pensata specificamente per un risultato ottimale in video:

  • Step 1: Uniformare con leggerezza. Dimentica il fondotinta su tutto il viso. Usa un correttore illuminante o un fondotinta molto leggero solo al centro del volto: lati del naso, sotto gli occhi, centro della fronte e mento. Sfuma bene verso l’esterno. Questo crea un effetto “filtro” naturale senza appesantire.
  • Step 2: Colore e tridimensionalità. Usa un blush in crema (più naturale in video rispetto alle polveri) e applicalo sulla parte alta degli zigomi. Usa lo stesso prodotto, sfumandolo con le dita, anche al centro della palpebra mobile. Questo look monocromatico è veloce, armonioso e restituisce un aspetto sano.
  • Step 3: Definizione dello sguardo. Pettina e fissa le sopracciglia con un gel trasparente o leggermente colorato per incorniciare il viso. Applica una sola passata di mascara solo sulle ciglia superiori per aprire lo sguardo. Un tocco da professionista? Un punto luce con un illuminante nell’angolo interno dell’occhio e una matita color burro nella rima interna per cancellare la stanchezza.

Adottare questa routine minimalista è il modo più intelligente per presentarsi al meglio professionalmente, senza stress. Per rendere questo approccio un’abitudine, è utile memorizzare i tre passaggi fondamentali di questo trucco strategico.

Padroneggiare questi processi significa trasformare la propria skincare da una serie di gesti automatici a una strategia consapevole e adattiva. Ora che hai gli strumenti per affrontare il cambio di stagione, il passo successivo è applicarli con costanza, trasformando la cura della pelle in un vero e proprio dialogo con il tuo corpo.

Scritto da Giulia Bianco, Giornalista Lifestyle e Travel Editor, esperta in organizzazione domestica, tendenze culturali e viaggi sostenibili. Si dedica alla scoperta di esperienze autentiche e alla condivisione di strategie per migliorare la qualità della vita quotidiana.