
In sintesi:
- Il segreto non è la rinuncia al ristorante, ma la pianificazione strategica dell’intera settimana alimentare attraverso il meal prep.
- Sostituisci la colazione dolce tradizionale con un’opzione salata per eliminare la fame nervosa di metà mattina.
- Impara a costruire un pasto equilibrato anche al ristorante, privilegiando piatti unici come pasta e legumi invece di diete iperproteiche insostenibili.
- Utilizza abitudini intelligenti come la corretta idratazione e la respirazione diaframmatica per migliorare digestione e sazietà.
La scena è fin troppo familiare. Sei un agente di commercio, un manager, un professionista sempre in movimento. Il pranzo è quasi sempre fuori, in una trattoria o in un ristorante con un cliente. Il menù arriva e inizia il solito conflitto interiore: cedere alla carbonara che il tuo ospite sta ordinando o ripiegare sulla solita, triste insalatona con petto di pollo alla griglia? Ti è stato detto mille volte di “evitare i fritti”, “scegliere le verdure” e “limitare i carboidrati”, consigli che suonano giusti in teoria ma che si scontrano con la realtà della cucina italiana e la convivialità di un pranzo di lavoro.
Queste regole, basate sulla privazione, non solo sono difficili da mantenere, ma spesso falliscono nel lungo periodo, generando frustrazione e sensi di colpa. E se il segreto non fosse la scelta del singolo pasto, ma l’architettura dell’intera settimana alimentare? Se il pranzo fuori non fosse più un’eccezione da temere, ma un elemento prevedibile da inserire in un sistema di bilanciamento settimanale? Questo approccio non si basa sulla rinuncia, ma sull’intelligenza metabolica e sulla pianificazione.
Questo articolo non ti darà una lista di cibi “buoni” e “cattivi”. Ti fornirà, invece, un vero e proprio sistema pratico da nutrizionista clinico, pensato per la realtà italiana. Scoprirai perché i prodotti “light” possono essere un’arma a doppio taglio, come trasformare la tua colazione per controllare la fame, e come la pasta, se ben contestualizzata, possa essere una tua alleata. Imparerai a organizzare i tuoi pasti a casa in modo efficiente per creare un “ancoraggio nutrizionale” che ti permetta di affrontare i pranzi di lavoro con serenità e senza compromettere i tuoi obiettivi di benessere.
Per guidarti in questo percorso, abbiamo strutturato l’articolo in sezioni chiare e progressive. Analizzeremo ogni aspetto della tua giornata alimentare, dalla colazione alla gestione dello stress post-pranzo, fornendoti strumenti pratici e strategie basate sull’evidenza scientifica, calate nel contesto culturale ed enogastronomico italiano.
Sommario: Il tuo sistema per mangiare sano fuori casa senza rinunce
- Perché i prodotti “light” o “senza zuccheri” spesso ti fanno ingrassare di più?
- Come cucinare in 2 ore la domenica tutti i pranzi sani della settimana lavorativa?
- Pasta o Proteine: quale regime è sostenibile a lungo termine per un italiano medio?
- L’errore di fare una colazione solo dolce che ti causa fame nervosa alle 11
- Quando bere acqua per distinguere la fame vera dalla disidratazione e mangiare meno?
- Come organizzare il meal prep domenicale per non cucinare mai durante la settimana lavorativa?
- Come sbloccare il diaframma rigido per migliorare la digestione e ridurre il mal di schiena?
- Perché ti senti sempre stanco nonostante dormi 8 ore: le 3 carenze di micronutrienti più comuni in Italia
Perché i prodotti “light” o “senza zuccheri” spesso ti fanno ingrassare di più?
Nel tentativo di fare una scelta “sana” al supermercato, è facile cadere nella trappola delle etichette “light”, “a ridotto contenuto di grassi” o “senza zuccheri aggiunti”. Queste diciture sembrano un lasciapassare per un consumo senza colpe, ma la realtà clinica è molto più complessa. Il problema principale è un fenomeno psicologico noto come “effetto alone”: consumiamo un prodotto percepito come sano in quantità maggiori, vanificando o addirittura superando il risparmio calorico iniziale. La legislazione, inoltre, può essere fuorviante.
Un prodotto può definirsi “light” se ha almeno il 30% di calorie in meno rispetto alla sua controparte standard. Questo non significa che sia ipocalorico in assoluto, ma solo *meno* calorico. Un formaggio spalmabile light, per esempio, rimane un alimento ricco di grassi. Lo stesso vale per i prodotti “senza zucchero”, dove lo zucchero (saccarosio) viene spesso sostituito con i polioli, alcoli dello zucchero che non sono a zero calorie e che, in dosi eccessive, possono causare disturbi gastrointestinali.
Studio di caso: Le calorie nascoste nelle caramelle “Senza Zucchero”
Un’analisi comparativa mostra un esempio lampante di questa logica. Le caramelle classiche contengono circa 380 kcal per 100 grammi. La loro versione “Senza Zucchero”, invece, non è a zero calorie. Apportano circa 201 kcal per 100 grammi, calorie derivanti quasi interamente dai polioli (come il maltitolo o l’isomalto) usati come dolcificanti. Il consumatore, pensando di fare una scelta innocua, potrebbe consumarne una quantità tale da assumere un numero significativo di calorie “nascoste”.
La strategia vincente non è riempire il carrello di prodotti industriali “light”, ma tornare alla base: cibi veri, non processati, le cui porzioni sono più facili da gestire e il cui potere saziante è nettamente superiore. Un pezzo di parmigiano reggiano, pur essendo calorico, sazia molto di più di un formaggino light e apporta nutrienti di alta qualità.
Come cucinare in 2 ore la domenica tutti i pranzi sani della settimana lavorativa?
Il concetto di “sistema di bilanciamento settimanale” poggia su un pilastro fondamentale: il meal prep, o batch cooking. L’idea è semplice ma potentissima: dedicare un paio d’ore nel weekend per preparare le “basi” dei tuoi pasti per i giorni lavorativi. Questo non significa cucinare cinque pranzi completi e noiosi, ma creare un arsenale di componenti sani e versatili che puoi assemblare in pochi minuti ogni mattina prima di uscire.
Questo approccio ti fornisce un “ancoraggio nutrizionale”: i pasti che consumi a pranzo, preparati da te, sono il tuo punto di riferimento equilibrato. Ciò ti permette di vivere il pranzo di lavoro al ristorante non come un deragliamento dalla dieta, ma come una variazione gestita all’interno di una settimana strutturata. Se sai di avere un pranzo fuori il mercoledì, pianificherai i tuoi pasti preparati per martedì e giovedì in modo che siano particolarmente ricchi di fibre e leggeri, creando un “debito calorico controllato” che il ristorante andrà a colmare.
Per un meal prep in stile mediterraneo, efficiente e gustoso, concentrati su queste preparazioni base:

- Cereali integrali: Cuoci in abbondanza una porzione di farro, orzo o riso integrale. Si conservano perfettamente in frigorifero per 3-4 giorni e sono la base ideale per insalate fredde o come accompagnamento.
- Legumi: Prepara una zuppa di legumi misti (ceci, fagioli, lenticchie) o cuocili semplicemente con sedano, carota e prezzemolo. Sono una fonte eccellente di proteine vegetali e fibre.
- Verdure jolly: Griglia o cuoci al vapore grandi quantità di verdure di stagione come zucchine, melanzane, peperoni, broccoli e finocchi. Conservale in un contenitore ermetico, da condire al momento.
- Proteine pronte: Griglia qualche fetta di petto di pollo o tacchino con limone e rosmarino, oppure prepara delle uova sode. Porziona e conserva per i primi 2-3 giorni della settimana.
- Salse e condimenti smart: Prepara un pesto di rucola, un hummus di ceci o una semplice salsa di pomodoro fresco. Ti permetteranno di dare sapore ai tuoi piatti senza ricorrere a salse elaborate e grasse.
Pasta o Proteine: quale regime è sostenibile a lungo termine per un italiano medio?
La guerra ai carboidrati ha dominato le discussioni sulla dieta per decenni, portando molti professionisti a credere che l’unica opzione sana al ristorante sia un secondo di carne o pesce con verdure, bandendo la pasta. Sebbene un pasto proteico possa essere una scelta valida, un regime che esclude sistematicamente i carboidrati complessi è culturalmente e metabolicamente insostenibile per la maggior parte degli italiani. La chiave non è eliminare, ma bilanciare.
Una dieta composta per il 50-65% di carboidrati, 15-25% di proteine e 20-30% di grassi rappresenta l’equilibrio ottimale per la salute e il benessere a lungo termine.
– Nutrizionisti foodspring, Guida alla dieta equilibrata
Questo equilibrio, che rispecchia la vera dieta mediterranea, suggerisce che la pasta non è il nemico. Il problema è l’architettura del pasto. Una carbonara, deliziosa ma ricca di grassi saturi e povera di fibre, provoca un picco glicemico seguito da un crollo energetico. Al contrario, un piatto di pasta integrale con verdure o, meglio ancora, un piatto unico della tradizione come pasta e fagioli, rappresenta un pasto nutrizionalmente perfetto.
La tabella seguente, basata sull’analisi di piatti tipici italiani, illustra come un primo piatto possa essere una scelta eccellente per un pranzo di lavoro, a patto di sceglierlo con intelligenza.
| Piatto | Equilibrio Nutrizionale | Sazietà (ore) | Frequenza Consigliata |
|---|---|---|---|
| Pasta e fagioli | Ottimo (carboidrati + proteine + fibre) | 4-5 | 2 volte/settimana |
| Orecchiette con cime di rapa | Buono (carboidrati + vitamine + fibre) | 3-4 | 2 volte/settimana |
| Carbonara | Sbilanciato (grassi saturi elevati) | 2-3 | Max 1 volta/settimana |
| Pasta integrale con verdure | Molto buono (carboidrati complessi + fibre) | 4 | 3 volte/settimana |
Un regime sostenibile per un professionista italiano non è una dieta punitiva iperproteica, ma un ritorno intelligente alla tradizione: piatti unici che combinano carboidrati complessi, proteine (spesso vegetali) e fibre. Questo approccio garantisce sazietà duratura, energia stabile per il pomeriggio e appagamento psicologico, elementi cruciali per il successo a lungo termine.
L’errore di fare una colazione solo dolce che ti causa fame nervosa alle 11
Per molti italiani, la colazione è un rito intoccabile: cappuccino e cornetto al bar. Sebbene sia un piacere culturale, dal punto di vista metabolico questa abitudine è una delle cause principali del fallimento delle diete. Una colazione basata esclusivamente su zuccheri semplici e farine raffinate innesca una reazione a catena che sabota i tuoi sforzi per il resto della giornata. Il meccanismo è puramente fisiologico.
L’ingestione di zuccheri a stomaco vuoto provoca un rapido aumento della glicemia nel sangue. In risposta, il pancreas rilascia una dose massiccia di insulina per gestire questo zucchero. Il risultato è che gli studi metabolici dimostrano un picco glicemico dopo 30-45 minuti, seguito da un crollo altrettanto rapido, noto come ipoglicemia reattiva. È proprio questo crollo che, intorno alle 11 del mattino, scatena una fame improvvisa e intensa, spesso “nervosa”, che ti spinge a cercare compulsivamente altro cibo zuccherino o snack poco sani per riportare su la glicemia. È un circolo vizioso.
La soluzione è rompere questo schema introducendo una componente proteica e di grassi sani nella tua prima colazione. Una colazione bilanciata o prevalentemente salata stabilizza la glicemia, garantendo un rilascio di energia lento e costante e un senso di sazietà che dura fino all’ora di pranzo. Questo non significa rinunciare al gusto, ma esplorare alternative veloci e pratiche.
Il tuo piano d’azione: 3 alternative di colazione salata all’italiana (pronte in 5 minuti)
- Prendi nota dei tuoi attuali punti di contatto con il cibo: bar, ristorante, macchinetta dell’ufficio, supermercato.
- Inventaria gli alimenti che consumi abitualmente in questi luoghi: cornetto alla crema, panino con salame, tramezzino, etc.
- Confronta queste scelte con i principi di una colazione bilanciata: presenza di proteine, grassi sani e fibre.
- Identifica le opzioni generiche (es. merendina) e quelle uniche/migliori (es. yogurt greco al bar).
- Pianifica la sostituzione: decidi di provare per una settimana una delle alternative salate, come la ricotta con pane integrale, e valuta i benefici sulla fame mattutina.
Questo piccolo cambiamento al mattino è l’intervento con il più alto ritorno sull’investimento per il controllo del peso e dell’energia. Spezzare il ciclo del picco glicemico ti darà un controllo che non pensavi possibile, riducendo drasticamente il bisogno di spuntini e permettendoti di arrivare al pranzo di lavoro con una fame reale e gestibile, non con un’urgenza chimica.
Quando bere acqua per distinguere la fame vera dalla disidratazione e mangiare meno?
Un consiglio tanto semplice quanto sottovalutato è l’importanza di una corretta idratazione, non solo durante la giornata, ma in momenti strategici per controllare l’appetito. Spesso, il nostro corpo invia segnali ambigui che possono essere facilmente confusi. Il centro della fame e quello della sete si trovano entrambi nell’ipotalamo, una piccola ma cruciale area del cervello. A volte, quando pensiamo di avere fame, in realtà siamo semplicemente disidratati.
Questa confusione è particolarmente rilevante nel contesto di un pranzo di lavoro. L’attesa per l’ordinazione, la vista del pane nel cestino, l’ansia sociale: tutti fattori che possono scatenare una “fame da attesa” che ci porta a fare scelte impulsive e a mangiare più del necessario. Imparare a usare l’acqua come strumento diagnostico e di gestione è un’abilità clinica fondamentale. Prima di cedere a uno snack o al pane, prova a bere un bicchiere d’acqua e attendi 10-15 minuti. Molto spesso, la sensazione di fame si attenuerà o scomparirà del tutto.
Un trucco particolarmente efficace quando si mangia al ristorante è quello di bere un bicchiere d’acqua abbondante circa 10-15 minuti prima di ordinare. Questo semplice gesto ha un duplice effetto: da un lato, inizia a riempire lo stomaco, inviando un primo segnale di sazietà al cervello. Dall’altro, ti dà il tempo di placare la fame impulsiva e di analizzare il menù con più razionalità, orientandoti verso scelte più equilibrate come quelle che abbiamo discusso in precedenza. Durante il pasto, continuare a bere acqua, specialmente se si consumano cibi ricchi di fibre come legumi o verdure, aiuta il processo digestivo e aumenta ulteriormente il senso di pienezza, portandoti a mangiare porzioni più adeguate.
L’acqua, quindi, non è solo un elemento vitale per l’idratazione, ma un vero e proprio strumento di regolazione dell’appetito. Usarla strategicamente prima e durante i pasti è una delle tattiche più semplici ed efficaci per ridurre l’apporto calorico complessivo senza alcuno sforzo o privazione.
Come organizzare il meal prep domenicale per non cucinare mai durante la settimana lavorativa?
Abbiamo stabilito che il meal prep è il cardine di un’alimentazione sana per chi pranza spesso fuori. Ma come renderlo davvero efficiente e superare l’ostacolo principale, ovvero la conservazione degli alimenti per tutta la settimana? La sezione precedente ha illustrato *cosa* cucinare; questa si concentra sul *come* organizzarlo per massimizzare la durata e la freschezza, coprendo realmente i pasti dal lunedì al venerdì.
L’organizzazione è tutto. Utilizza contenitori ermetici, preferibilmente in vetro, che non alterano i sapori e permettono di scaldare il cibo direttamente in microonde. Etichetta ogni contenitore con il contenuto e la data di preparazione. Un errore comune è preparare 5 porzioni identiche: la noia è il nemico numero uno della costanza. L’approccio delle “basi” è superiore: avendo a disposizione cereali, legumi e verdure cotte separatamente, puoi creare ogni giorno una combinazione diversa, semplicemente cambiando il condimento o aggiungendo una manciata di semi o noci.

Per superare il limite dei 3-4 giorni di conservazione in frigorifero, ci sono due strategie avanzate: il congelamento e il sottovuoto.
- Sfrutta il freezer: Zuppe, vellutate, sughi, legumi cotti e persino alcuni cereali come il riso si congelano perfettamente. Prepara porzioni doppie di questi alimenti e congelane la metà. Avrai così a disposizione pranzi pronti per la seconda metà della settimana.
- Considera il sottovuoto: Questa tecnica, un tempo riservata ai professionisti, è oggi accessibile a tutti grazie a macchine domestiche a basso costo. È un investimento che si ripaga rapidamente in termini di riduzione degli sprechi.
Studio di caso: L’efficacia del sottovuoto nel meal prep settimanale
L’esperienza pratica di molte famiglie che adottano il meal prep dimostra che l’uso della tecnica del sottovuoto può rivoluzionare la conservazione. Sigillare ermeticamente le preparazioni, in particolare quelle a base di verdure cotte, allunga i tempi di conservazione in frigorifero fino a 5 volte. Questo significa che le verdure grigliate o le insalate di cereali preparate la domenica possono mantenersi fresche e sicure fino al venerdì, eliminando la necessità di cucinare a metà settimana e garantendo la copertura totale dei pranzi lavorativi.
Il tuo piano d’azione per un meal prep infallibile: Checklist di audit
- Punti di contatto: Elenca tutti i canali dove il cibo è disponibile durante la tua giornata (bar, ristorante, macchinette, frigo dell’ufficio).
- Collecta: Inventoria i cibi e le bevande che consumi abitualmente (es: cornetto, tramezzino, caffè zuccherato, insalatona pronta).
- Coerenza: Confronta il tuo inventario con i tuoi valori e obiettivi di benessere. Quante di queste scelte sono allineate? (Criteri: cibo processato vs. cibo reale, zuccheri aggiunti, presenza di fibre).
- Memorabilità/Emozione: Su una scala da 1 a 5, quanto ti soddisfa ogni scelta? Identifica le scelte “tristi” (insalata scondita) rispetto a quelle appaganti (pasta e fagioli).
- Piano d’integrazione: Identifica 1-2 “buchi” o scelte poco sane nel tuo schema. Pianifica come il meal prep può riempirli (es: portare uno yogurt greco per lo spuntino invece di usare la macchinetta).
Come sbloccare il diaframma rigido per migliorare la digestione e ridurre il mal di schiena?
Un aspetto spesso trascurato della salute digestiva, soprattutto per chi consuma pasti veloci e sotto stress, è il ruolo del diaframma. Questo potente muscolo a forma di cupola, situato alla base dei polmoni, non è solo il principale motore della respirazione, ma massaggia letteralmente gli organi digestivi (stomaco, fegato, intestino) ad ogni atto respiratorio. Quando siamo stressati o mangiamo in fretta, la nostra respirazione diventa superficiale e toracica, e il diaframma si “blocca”, diventando rigido. Questo riduce la sua azione di pompaggio e massaggio, rallentando la digestione e contribuendo a sensazioni di gonfiore, pesantezza e persino reflusso.
Un diaframma contratto, inoltre, tira sui suoi punti di inserzione sulla colonna vertebrale, potendo contribuire a quel fastidioso mal di schiena lombare che molti lamentano dopo essere stati seduti a lungo. Rilasciare questa tensione è fondamentale per il benessere generale. Una pratica tanto antica quanto efficace, radicata nella cultura italiana, è la breve passeggiata post-pranzo.
10 minuti di camminata leggera dopo il pranzo non solo aiutano la digestione ma favoriscono il rilascio naturale del diaframma, riducendo la tensione accumulata durante il pasto veloce in ufficio.
– Esperienze raccolte da professionisti e tradizione popolare
Oltre alla camminata, puoi agire direttamente sul diaframma con un semplice esercizio di respirazione da fare anche seduto alla scrivania, subito dopo il pasto. Questo esercizio attiva il sistema nervoso parasimpatico, il nostro sistema di “riposo e digestione”, contrastando la risposta di “lotta o fuga” indotta dallo stress lavorativo.
Esercizio di respirazione diaframmatica post-pranzo (3 minuti)
- Siediti con la schiena dritta, possibilmente senza appoggiarti allo schienale. Appoggia una mano sul petto e una sull’addome, appena sotto le costole.
- Inspira lentamente e profondamente dal naso per 4 secondi, concentrandoti a gonfiare l’addome. La mano sulla pancia dovrebbe sollevarsi, mentre quella sul petto rimane quasi ferma.
- Trattieni il respiro per 2 secondi, senza creare tensione.
- Espira lentamente dalla bocca per 6 secondi, come se soffiassi su una candela, svuotando completamente l’addome. La mano sulla pancia dovrebbe rientrare.
- Ripeti questo ciclo per 8-10 volte. Sentirai un senso di calma e un allentamento della tensione addominale.
Punti chiave da ricordare
- Il successo non risiede nella scelta del singolo pasto al ristorante, ma nella pianificazione dell’intera settimana alimentare tramite il meal prep domenicale.
- Una colazione salata e proteica è l’intervento più efficace per stabilizzare la glicemia, eliminare la fame nervosa e arrivare al pranzo con un appetito controllato.
- La dieta mediterranea, con piatti unici bilanciati come pasta e legumi, è più sostenibile ed efficace nel lungo termine rispetto a regimi iperproteici restrittivi.
Perché ti senti sempre stanco nonostante dormi 8 ore: le 3 carenze di micronutrienti più comuni in Italia
Hai ottimizzato la colazione, pianifichi i pasti, dormi le tue otto ore, eppure ti senti perennemente stanco, specialmente nel pomeriggio. Se questo scenario ti è familiare, il problema potrebbe non essere legato alle calorie o ai macronutrienti, ma a delle carenze di micronutrienti specifiche, incredibilmente diffuse nella popolazione italiana nonostante l’abbondanza di cibo.
Queste carenze agiscono come un freno a mano tirato sul tuo metabolismo energetico. Le tre più comuni in Italia, con un impatto diretto sui livelli di energia, sono:
- Vitamina D: Essenziale per la salute ossea, la funzione immunitaria e la regolazione dell’umore. Nonostante l’Italia sia “il paese del sole”, lo stile di vita moderno, che ci vede per lo più al chiuso, ha portato a una vera e propria epidemia di carenza. Si stima che in Italia la carenza di vitamina D riguardi fino all’80% della popolazione secondo i dati della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS).
- Ferro: Cruciale per il trasporto dell’ossigeno nel sangue tramite l’emoglobina. Una sua carenza (anemia sideropenica) causa affaticamento, pallore e debolezza. È comune nelle donne in età fertile, ma anche in chi segue diete vegetariane non ben bilanciate.
- Magnesio: Un minerale coinvolto in oltre 300 reazioni enzimatiche, inclusa la produzione di ATP, la molecola dell’energia. Stress cronico e diete ricche di cibi processati ne depletano le scorte, portando a stanchezza, crampi muscolari e irritabilità.
La buona notizia è che puoi agire attivamente su queste carenze anche quando mangi al ristorante, semplicemente facendo scelte intelligenti sui contorni. Invece delle solite patatine fritte, opta per verdure a foglia verde scuro o pesce azzurro.
| Contorno | Minerale/Vitamina principale | Quantità per porzione | % fabbisogno giornaliero |
|---|---|---|---|
| Spinaci saltati (200g) | Ferro + Magnesio | 5.4mg ferro, 158mg magnesio | 30% ferro, 42% magnesio |
| Cime di rapa (250g) | Calcio + Ferro | 200mg calcio, 3.3mg ferro | 20% calcio, 18% ferro |
| Bietole (200g) | Magnesio + Potassio | 150mg magnesio, 960mg potassio | 40% magnesio, 27% potassio |
| Pesce azzurro grigliato (150g) | Vitamina D + Omega 3 | 10mcg vit D, 2g omega 3 | 66% vit D, 100% omega 3 |
Se la stanchezza persiste, l’obiettivo diventa consultare il proprio medico per valutare, tramite analisi del sangue, l’effettiva necessità di un’integrazione mirata, l’unico modo per risolvere carenze importanti in modo rapido ed efficace.
Domande frequenti su dieta, idratazione e pranzi di lavoro
Bere durante i pasti gonfia davvero?
No, questo è un falso mito. Al contrario, una corretta idratazione durante il pasto è fondamentale. L’acqua aiuta le fibre a gonfiarsi nello stomaco, aumentando il senso di sazietà, e favorisce i processi digestivi. L’importante è bere a piccoli sorsi e non ingerire grandi quantità d’acqua tutta in una volta.
Quanta acqua dovrei bere in un pranzo al ristorante?
Un buon obiettivo è bere almeno 2-3 bicchieri (circa 500-750 ml) distribuiti durante l’intero pasto. Privilegia l’acqua naturale o leggermente frizzante, magari con una fetta di limone per favorire la digestione. Evita bevande zuccherate che aggiungono solo calorie vuote.
Posso bere un bicchiere di vino durante un pranzo di lavoro?
Sì, con moderazione. Un bicchiere di vino rosso, in particolare, fa parte della tradizione mediterranea e contiene antiossidanti. L’alcol apporta però circa 7 kcal per grammo (“calorie vuote”). La regola è la consapevolezza: includilo nel bilancio calorico della giornata, bevilo lentamente e assicurati di bere anche molta acqua. Evita di renderla un’abitudine quotidiana.